8 marzo 2017

Notizie esaltanti sulle uova

 

     Benché molti esperti fai da te continuino a condannare l’assunzione di uova, la ricerca mostra che questi alimenti non sono soltanto una delle fonti proteiche migliori, ma sono anche fra i più benefici per la salute. Uno studio recente, infatti, ha scoperto che seguire una dieta povera di carboidrati aumentava il colesterolo delle lipoproteine ad alta densità (HDL), ma solo in chi assumeva le uova. È interessante il fatto che, secondo i ricercatori, il fattore attivo che ha portato all’aumento delle HDL è proprio l’alto contenuto di colesterolo delle uova. Nei soggetti che seguivano una dieta povera di carboidrati priva di uova le HDL non sono aumentate.

     Recentemente, gli stessi ricercatori hanno pubblicato una seconda fase dello studio che si proponeva di osservare gli effetti delle uova e di una dieta povera di carboidrati sugli indicatori infiammatori. I soggetti erano 28 uomini, 15 dei quali hanno mangiato 3 uova al giorno, mentre gli altri 13 non hanno assunto uova. Risultato: nei soggetti che hanno mangiato le uova si è registrato un aumento del 21% dei livelli di adiponectina, una sostanza rilasciata dalle cellule lipidiche. L’adiponectina è un ormone polipeptidico (cioè basato sulle proteine) che contiene una catena di 244 aminoacidi: essa offre effetti antiinfiammatori potenti e, spesso, chi ha livelli di grasso corporeo elevati ne è carente. L’adiponectina favorisce la perdita del grasso in eccesso ed è associata positivamente a un aumento della sensibilità all’insulina. I soggetti del gruppo uova hanno anche mostrato livelli ridotti di proteina reattiva-C, che è un indicatore generico delle infiammazioni. Gli autori suggeriscono che tale effetto possa essere dovuto all’alto livello di luteina presente nelle uova; la luteina è un antiossidante che è associato principalmente alla salute degli occhi, ma che esercita anche un’attività antiossidante globale. A questo proposito, è importante osservare che i fattori protettivi si trovano solo nel tuorlo, quindi chi, come i bodybuilder, mangia solo gli albumi commette un grosso errore.

     Un altro studio recente ha esaminato 3.000 donne adulte e ha scoperto che quelle che assumevano più colina (una dose media di 455 mg al giorno, tratti soprattutto dalle uova) avevano il 24% di rischio in meno di sviluppare il cancro al seno. Questo studio ne seguiva un altro condotto nel 2003 a Harvard che ha scoperto che le donne che, nell’adolescenza, assumevano più uova, fibre e grassi vegetali, da adulte avevano meno probabilità di sviluppare il cancro al seno. Mangiando un uovo al giorno, nelle donne il rischio di sviluppare questo tipo di cancro si è ridotto del 18%. Un altro studio recente ha scoperto che anche mangiare alimenti a base di soia protegge contro il cancro al seno, ma anche in questo caso gli alimenti devono essere assunti durante l’adolescenza. Uno studio cinese condotto nel 2005 ha scoperto che nelle donne che hanno affermato di mangiare almeno 6 uova a settimana il rischio di cancro al seno era del 44% inferiore a quello delle donne che ne mangiavano 2 o meno a settimana. Vari studi mostrano che solo il 10% degli statunitensi assume la quantità di colina raccomandata (550 mg al giorno per gli uomini e 425 mg per le donne). Un uovo fornisce 125,5 g di colina (contenuti solo nel tuorlo).

     Oltre a favorire la prevenzione del cancro al seno, la colina aiuta anche a prevenire difetti alla nascita come la spina bifida; inoltre, la sostanza migliora la memoria perché è un precursore dell’acetilcolina, uno dei principali neurotrasmettitori cerebrali che è coinvolto nella memoria e nell’apprendimento. Infine, la colina aiuta a ridurre le malattie cardiovascolari, agendo come donatore di metile per abbassare il livello ematico di omocisteina, un sottoprodotto tossico del metabolismo dell’aminoacido metionina.

     In passato, si riteneva che la colina fosse un brucia-grassi. Infatti, la sostanza è coinvolta indirettamente nell’ossidazione dei grassi. Tuttavia, il fegato necessita  la colina per sintetizzare le lipoproteine, che trasportano i grassi nel sangue. Uno dei segni della carenza di colina è l’aumento dei grassi nel fegato, che è considerato uno dei primi indicatori del collasso epatico.
     Uno studio recente, però, suggerisce che assumere una dose eccessiva di colina potrebbe causare dei problemi. Lo studio ha esaminato gli effetti della colina e del suo metabolita betaina su 7.074 uomini e donne appartenenti a due gruppi di età (47-49 e 71-74 anni); gli scienziati hanno scoperto che quantità elevate di colina nel sangue erano associate a un aumento dei sintomi collegati alla sindrome metabolica (aumento dei trigliceridi ematici, del glucosio, della percentuale di grasso corporeo e della circonferenza del punto vita). D’altra parte, l’aumento di colina nel sangue era collegato anche a un incremento del colesterolo delle HDL e a una riduzione del colesterolo totale. Gli scienziati hanno ipotizzato che l’effetto fosse collegato alla disgregazione di un enzima coinvolto nel metabolismo della colina. Poco chiara è stata la scoperta che la betaina, che è prodotta a partire dalla colina, offriva solo effetti benefici. Probabilmente, questo è collegato al fatto che questa sostanza agisce come donatore di metile per ridurre i livelli elevati di omocisteina.


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