10 gennaio 2014

Verità e bugie: la creatina danneggia i reni?

Dott. Jose Antonio


Se è vero che gli articoli dell’USA Today, del New York Times o di altri mezzi di comunicazione di massa possano non rappresentare lo standard aureo per la comunicazione scientifica, per lo meno vi aspettereste standard più elevati da una rivista che si autoproclama scientifica. Purtroppo succede molto spesso che non sia così. E non è un caso. A volte gli interessi privati, o molto più semplicemente le posizioni ideologiche di qualche sedicente scienziato, portano alla divulgazione di strampalate teorie che sostengono la pericolosità per l'uomo di una sostanza o di un alimento, come di recente sta avvenendo con la carne ed il latte, supportando tali asserzioni con argomenti che danno l'impressione di essere precisi, anche se essi spesso non si basano su fonti neutrali o su prove scientifiche dall'indubbia validità. Ecco un esempio.




Un resoconto pubblicato qualche tempo fa sul Journal of Renal Nutrition parlava di: “Un collasso renale acuto in un giovane sollevatore di pesi che assumeva molteplici integratori alimentari, compresa la creatina monoidrato”. La sintesi affermava: “Riportiamo il caso di un giovane di 24 anni sano che, mentre assumeva creatina e vari altri integratori per il bodybuilding, ha presentato proteinuria e un collasso renale acuto. Una biopsia renale ha mostrato una nefrite interstiziale acuta. Dopo avere cessato di assumere gli integratori, il paziente si è ripreso completamente. La creatina è una sostanza che migliora la performance e che si è guadagnata un’ampia popolarità sia fra i professionisti, che fra gli atleti dilettanti; è legale ed è considerata relativamente sicura. Recentemente, però, sono stati riportati casi di disfunzione renale, comprese nefriti interstiziali acute, associate al suo uso. Sono necessari studi ulteriori per valutare la sicurezza degli integratori di creatina, ma potrebbe essere prudente includere nel foglietto illustrativo un avvertimento contro questo potenziale effetto collaterale (1)”.

Per quanto mi riguarda, gli editori dovrebbero cambiare il nome a questa rivista e chiamarla "Rivista Nutrizionale dell’Idiota", dato che le sue conclusioni sono per lo meno sciocche e, nel migliore dei casi, ambigue. Gli autori dello studio cercano con un volo pindarico di mostrare che la creatina è stata la causa del collasso renale acuto. Il punto è che questa cosiddetta rivista scientifica confonde chiaramente, e forse volutamente, la correlazione con la causa.

Per illustrare l’assurdità di queste conclusioni, userò qualche altro esempio sciocco che vi chiarirà il problema della differenza fra correlazione e causa. Ad esempio, sappiamo che a New York, quando fa caldo, i gelatai ambulanti vendono più gelati che nei giorni freddi: quasi certamente, la correlazione è positiva, ma questo prova forse che i gelatai fanno in modo che faccia caldo? Questo prova che una cosa è causa dell’altra? Solo un idiota direbbe di sì... 

Secondo il dott. Hector Lopez (fondatore della Physician’s Pioneering Performance LLC), la rivista “fra un numero così alto di fattori ingannevoli, crea la percezione che si tratti di una ‘prova’. Il caso citato è confutato dalla presenza di troppi elementi ingannevoli, così come gli altri due casi sulla creatina e i collassi renali riportati nella letteratura, quindi non è possibile fare delle associazioni: la creatina potrebbe avere esacerbato la disfunzione renale/azotemia dopo la comparsa della nefrite tossica? Sì, ma lo stesso avrebbe potuto fare uno qualsiasi dei molti fattori correlati, dalle 3 ore al giorno di attività fisica intensa, ad altri fitocomposti, polifenoloici e acidi organici presenti negli altri integratori assunti dal soggetto”.

Il soggetto che presentava un collasso renale acuto assumeva più di due dozzine di altri integratori e, sentite questa, non ha negato di fare uso di altri farmaci (legali o illegali)… e figuriamoci se un “farmaco” potrebbe provocare problemi renali. Inoltre, gli autori della ricerca non hanno evidenziato in modo adeguato la grande quantità di studi (studi con protocollo doppio cieco e controllo placebo, non questi condotti su casi singoli, che sono pubblicati solo da medici) che mostrano che la creatina è sicura ed efficace.

Forse una delle parti più divertenti dell’articolo era quella in cui gli autori affermavano che, data la bassa incidenza generale della Nefrite Interstiziale Acuta, “probabilmente, questi studi [cioè quelli condotti sulla creatina monoidrato] svolti su un numero ristretto di soggetti (da 9 a 48) non erano sufficienti a valutare la portata reale del problema”. Va bene, traducendo: affermano che, poiché la maggior parte degli studi non ha usato un numero elevato di soggetti, essi erano statisticamente inadatti a raggiungere conclusioni definitive.

Ma quel caso si riferiva a un solo soggetto! Proprio così, solo uno. E quelli hanno la sfacciataggine di dire che la creatina provoca la NIA e un collasso renale acuto… ma daaaaaaiiiiiii!! Poi, affermano senza pudore che c’è “la possibilità che gli integratori alimentari contengano adulteranti o impurità che possono contribuire al danneggiamento dei reni”. Ma hanno almeno l'apparenza di una prova? No. Del resto quando la conclusione è stata predeterminata, chi ha bisogno di produrre dati? Nessuno!

Suggerirei a chi da credito a queste panzane di leggere realmente gli oltre 300 studi sulla creatina validati dalla comunità scientifica internazionale e, poi, chiedersi: se questa roba è così pericolosa, dove sono tutti i cadaveri? Dove sono i problemi renali? Oh, appunto, non ci sono, ma nel mondo selvaggio della medicina immaginaria, tutto quello di cui c’è bisogno è credere che ci sia un problema.

Bibliografia
1) Thorsteinsdottir, B., et al. (2006). Acute renal failure in a young weightlifter taking multiple food supplements, including creatine monohydrate. J Ren Nutr. 16:341-5.


Articolo tratto da OLYMPIAN'S NEWS n° 89 pag 34. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
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